Il turista sciatore deve ormai prepararsi a dire addio alle gioie delle piste innevate, poiché il futuro prevede che non potrà più esistere, una notizia alquanto preoccupante che prospetta cambiamenti significativi nel mondo degli sport invernali.
![Turista sciatore](https://www.ttiviaggi.it/wp-content/uploads/2024/03/Turista-sciatore.jpg)
C’è un aspetto drammatico che sta provocando notevoli cambiamenti nella montagna (e non solo) rispetto a come la conoscevamo, con un impatto sempre più rilevante nel corso degli anni: il cambiamento climatico, noto come climate change, è ormai una realtà consolidata e inarrestabile.
La quantità di neve brillante è notevolmente diminuita, e c’è stata una dichiarazione, in un certo senso scioccante: entro il 2040, il turista-sciatore non avrà più spazio.
Fine dello sci e del turista sciatore
Il professore Carlo Visentin, insegnante al Master in International Tourism presso l’Università della Svizzera Italiana, è stato diretto nelle sue dichiarazioni al Corriere del Ticino: “La stagione degli sport invernali come la conosciamo oggi non ha prospettive. I rapidi cambiamenti climatici sono destinati ad aumentare, anno dopo anno, i problemi dovuti alla mancanza di neve sulle Alpi. Sfortunatamente, i oltre 150 milioni di appassionati sciatori che affollano ogni anno centinaia di località sciistiche dovranno adattarsi a diverse modalità per godersi la classica vacanza bianca“.
Entro un ventennio, gli impianti di risalita non saranno più attivabili, e ciò implica una “riconversione” del prodotto-neve e del bene-montagna, su cui operatori, comunità e amministrazioni locali dovranno cominciare a riflettere immediatamente.
![Sciatore](https://www.ttiviaggi.it/wp-content/uploads/2024/03/Sciatore.jpg)
Il professore ha continuato: “Non illudetevi di fronte a una nevicata più intensa di altre, perché, purtroppo dal punto di vista turistico, la stagione degli sport invernali non ha futuro. Già ora il periodo per sciare si è ridotto di un mese rispetto al recente passato: i costi per le imprese sono uguali, se non maggiori, ma i profitti si sono inevitabilmente ridotti. Inoltre, domina l’imprevedibilità: una volta si programmava la settimana bianca con mesi di anticipo, oggi è impossibile farlo“.
Verso il tramonto inevitabile della settimana bianca
Il mito della “settimana bianca” ha iniziato inevitabilmente a svanire. La quantità di neve sulle montagne è notevolmente ridotta, e il 62% dei vacanzieri oggi opta per soggiorni brevi, con una media di due pernottamenti: solo il 9% degli italiani ha pianificato sette o più notti, e una delle ragioni è legata anche al budget.
Inoltre, secondo l’indagine dell’Osservatorio di Confcommercio, solo l’1% degli appassionati di montagna ha come obiettivo principale gli sport sulla neve, soprattutto lo sci: il 40% degli intervistati, invece, predilige escursioni naturalistiche e altre attività come visite a mercatini, centri benessere e SPA, degustazioni di prodotti tipici, relax e riposo.
Questa tendenza, insieme all’incognita sempre più pressante dell’innevamento, sta contribuendo a ridefinire e trasformare le caratteristiche dei servizi turistici in montagna, rendendoli sempre meno dipendenti dalla “dama bianca”.