Hai mai sentito parlare del levistico, della santoreggia o del silfio? Probabilmente no. Eppure un tempo erano protagoniste indiscusse
Ti sei mai chiesto perché alcune spezie sono così famose e altre rimangono nell’ombra? È come se nel mondo delle spezie ci fosse una sorta di classifica segreta, con le star e le comprimarie. Ma oggi vogliamo dare una chance alle seconde, a quelle spezie un po’ più nascoste, che hanno tanto da offrire ma che spesso vengono trascurate.
Perché alcune erbe o spezie sono più famose di altre?
Le spezie sono molto più di semplici aromi da aggiungere ai nostri piatti. Sono un ponte tra passato e presente, un legame con tradizioni millenarie e culture lontane. Ognuna di esse ha una storia affascinante da raccontare, legata a usi e costumi,riti religiosi e proprietà curative.
La popolarità di una spezia dipende da molti fattori, tra cui la disponibilità: le spezie più facilmente reperibili e coltivate su larga scala tendono a essere più conosciute. Il costo: le spezie rare e pregiate sono spesso più costose e meno accessibili. Le mode: come in ogni campo, anche nel mondo delle spezie ci sono mode e tendenze che influenzano i gusti dei consumatori. Il marketing: le grandi aziende alimentari investono molto nella promozione delle loro spezie, rendendole più famose.
Le spezie sono un mondo affascinante da esplorare. Ognuna di esse ha una storia da raccontare e un sapore unico da scoprire. Non aver paura di sperimentare e di uscire dai soliti schemi. Le spezie dimenticate ti apriranno le porte verso nuovi orizzonti culinarie.
Le erbe e spezie dimenticate
Partiamo dal levistico, il suo sapore ricco, che ricorda una versione più raffinata del sedano, lo rende ideale per arricchire brodi e zuppe, donando profondità e complessità ai risotti e alle salse. La sua nota leggermente piccante può dare una marcia in più anche ai piatti più semplici. La santoreggia, con il suo aroma deciso e un tocco amarognolo, è perfetta per esaltare i sapori della carne rossa e della selvaggina, ma si abbina meravigliosamente anche ai formaggi stagionati. In cucina, può essere utilizzata come una valida alternativa al timo.
Il silfio, purtroppo estinto, era una spezia tanto preziosa da essere immortalata sulle monete romane. Sebbene non possiamo più gustarlo, la sua leggendaria combinazione di dolcezza di anice, piccantezza di pepe e freschezza di sedano stimola la fantasia culinaria, invitandoci a immaginare un sapore che avrebbe potuto rivoluzionare la cucina moderna. L’issopo, un’erba nota per le sue proprietà curative, aggiunge un tocco rinfrescante e leggermente mentolato a zuppe, minestre e tisane.
La borragine ha un sapore delicato, con una dolcezza che ricorda lontanamente i cetrioli, la rende ideale per frittate, risotti e ripieni. Infine, i grani del paradiso, hanno un sapore pepato. Sono un’alternativa esotica al pepe nero, perfetti per insaporire carni bianche, pesce e zuppe.