Ha influenze giapponesi ma si trova in Italia: la cabina del vento, dove chi vuole mandare pensieri ai propri cari defunti, può farlo
![donna al telefono](https://www.ttiviaggi.it/wp-content/uploads/2024/01/donna-al-telefono.jpg)
Immaginatevi di poter abbandonare i propri pensieri al vento, oppure poter mandare un saluto simbolico ai vostri affetti purtroppo defunti. Serve a questo il telefono del vento, per alleggerirsi dei propri fardelli e lasciarli andare.
Kaze no Denwa, la cabina del vento giapponese
Parlare con i propri cari persi può aiutare a ridurre il dolore ed è per questo che in Giappone è nato il telefono del vento. La sensazione di poter entrare in contatto con chi ormai non c’è più è un’immaginazione creata da tanta sofferenza e allo stesso tempo dalla speranza di continuare a vivere. È un modo per continuare ad aggrapparsi a qualcosa di bello.Ma cosa diremmo? Che sensazioni proveremmo?
Nella città Giapponese di Otsuchi, c’è una cabina telefonica bianca con i pannelli di vetro, un quaderno e un telefono nero scollegato. Questo telefono è stato creato un anno prima del terribile tsunami del marzo del 2011, che ha distrutto il Giappone portandosi via 20 mila vite. In molti lo hanno utilizzato per “chiamare” i loro cari perduti in quel tragico incidente.
Inizialmente l’opera era privata di Itaru Sasaki, costruita dopo aver perso il cugino, ma dopo tutti i drammi che il Giappone ha dovuto subire ha deciso di renderla pubblica, e concedere a tutti la possibilità di liberarsi in minima parte di un dolore grandissimo.
![giappone](https://www.ttiviaggi.it/wp-content/uploads/2024/01/giappone.jpg)
La cabina del vento italiana
Un’idea di una sensibilità estrema, quella di ricreare anche in Italia, nello specifico vicino Pisa, il telefono del vento. L’iniziativa è stata approvata con gioia dalla sindaca di Capannoli, Arianna Cecchini. Oltre ad essere di conforto e aiuto per i cittadini toscani, è anche una valorizzazione turistica.
La cabina bianca a vetri, si trova su una collinetta di Capannoli, a Santo Pietro Belvedere e al suo interno è presente una cornetta collegata a nulla, proprio come quella giapponese. Nonostante sia un modo per meditare, salutare i nostri cari e alleggerirci dei nostri pensieri, è anche un luogo che permette di ammirare tutta la natura circostante.
La sua posizione strategica sulla collina, permette di osservare la natura di Santo Pietro e il territorio della Valdera. Accanto a questa, l’idea è anche quella di costruirci una panchina gigante, da cui osservare ancora meglio il territorio e sentirsi leggermente più alti e connessi con chi ci guarda dall’alto.