Gli esperti hanno recentemente scoperto un boom di pesci malati e drogati. Cosa sta succedendo, e perché si comportano in modo strano?
L’inquinamento farmaceutico sta diventando una minaccia crescente per gli ecosistemi acquatici di tutto il mondo. I fiumi di diverse aree sono ormai invasi da sostanze chimiche che alterano drasticamente il comportamento e la salute della fauna selvatica. Troviamo trote che sviluppano dipendenze da metanfetamina, pesci persici europei che, intossicati da antidepressivi, perdono la loro naturale paura dei predatori, e pesciolini che, esposti a basse concentrazioni di caffeina, manifestano sintomi di ansia. In alcuni casi, gli estrogeni sintetici presenti nelle pillole anticoncezionali causano inversioni di sesso nei pesci. iamo davanti a un fenomeno di pesci malati e drogati.
Pesci malati e drogati, la colpa è nostra
Questo fenomeno è dovuto alla presenza sempre più diffusa di farmaci e droghe illegali nelle acque dolci, che vi giungono attraverso gli scarichi domestici e industriali, contaminando così gli habitat naturali. Non solo la fauna ittica ne è colpita, ma anche gli uccelli: le femmine di storno esposte a Prozac, ad esempio, diventano meno attraenti per i maschi, che di conseguenza cantano meno e mostrano comportamenti più aggressivi.
Un gruppo di scienziati, in un articolo pubblicato su ‘Nature Sustainability’, lancia un appello urgente per la progettazione di farmaci più ecologici. Essi sottolineano la necessità di mantenere l’efficacia dei farmaci riducendone al contempo l’impatto ambientale, poiché la contaminazione sta provocando cambiamenti significativi e inattesi nel comportamento e nell’anatomia degli animali esposti.
Il problema deriva dal rilascio nell’ambiente di miscele complesse di ingredienti farmaceutici attivi, metaboliti e altri additivi durante la produzione, l’uso e lo smaltimento dei farmaci. Uno studio recente ha rilevato 61 farmaci diversi nelle acque di fiumi prelevati da oltre 1.000 località in 104 Paesi. Ben il 43% dei siti campionati presentava livelli di almeno un farmaco superiori a quelli considerati sicuri per la salute ecologica. In alcuni siti, la contaminazione era così elevata da includere fino a 34 diversi tipi di farmaci, sia umani che veterinari.
Le conseguenze sull’ambiente
Le sostanze chimiche entrano nell’ambiente in vari modi. Durante la produzione, se i farmaci non vengono trattati correttamente finiscono nei corsi d’acqua. Inoltre quando le persone assumono farmaci questi non vengono completamente metabolizzati dal corpo e vengono espulsi tramite escrementi, finendo poi nelle acque reflue. Così, caffeina, ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici e droghe illegali come cocaina e metanfetamina si diffondono negli ecosistemi.
Di fronte a questa crisi, gli scienziati e i produttori di farmaci sono chiamati a sviluppare soluzioni sostenibili. Secondo gli esperti i farmaci devono essere progettati non solo per essere efficaci e sicuri, ma anche per ridurre al minimo il loro impatto sull’ambiente, proteggendo la fauna selvatica e la salute umana.